Gravity. Una metafora spaziale della nostra vita
“Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein” è una mostra allestita completamente al buio in una grande sala del museo MAXXI.
Il tema trattato, con taglio scientifico e artistico, è un’indagine che prende il via dalla Teoria della relatività per arrivare ai nostri giorni.
Nella Galleria 4 del MAXXI, ci sono quindi opere di tipo scientifico ma anche istallazioni interattive che producono illusioni ottiche.
Si rimane incantati e perplessi allo stesso tempo.
A noi studenti del Liceo Kant ogni opera ci ha suscitato un’emozione diversa, le opere possono essere interattive, ma ci sono anche strumenti scientifici e non mancano proiezioni e istallazioni sonore. fisiche.
Più che una spiegazione del tema in chiave scientifica abbiamo percepito un significato metaforico sulla vita.
Vi sono opere che trattano il tema dei buchi neri al centro di una galassia che abbiamo interpretato come fossero i momenti “bui” della vita.
Nella sala c’è anche un ragno «incastrato» nella sua ragnatela, che in realtà sono la sua «casa», ma metaforicamente le abbiamo percepite come gli ostacoli della vita.
In fondo alla sala c’è un’opera interattiva di Laurent Grasso, è una proiezione.
Una foresta viene attraversata da uno stormo di pipistrelli e per noi rappresenta un tunnel in cui trovare una via d’uscita.
Consigliamo vivamente di andarci perché oltre alla modernità e alla diversità delle opere, traspare un significato profondo come l’universo.
Recensione a cura di: Michela Costarelli, Aurora Fiano, Natasha Loi, Ludovica Mulas e Ludovica Organtini.