All’Argentina con MAXXI A[R]T WORK
MAXXI A[R]T WORK va a teatro grazie all’accordo di collaborazione sottoscritto tra la Fondazione MAXXI e l’Associazione Teatro di Roma.
When the rain stops falling, La gioia, Un nemico del popolo – tutti al Teatro Argentina di Roma – sono gli spettacoli che gli studenti di MAXXI A[R]T WORK vedranno e recensiranno.
Gabriele D’Ambrosi, Dario Marzocca, Francesco Nutile e Riccardo Panetta hanno assistito alla prima di When the rain stops falling, diretto da Lisa Ferlazzo Natoli (dal 26 febbraio al 3 marzo 2019).
La recensione di Riccardo Panetta:
Lacrime come pioggia nel dramma di Bowell al Teatro Argentina
“When the rain stops falling”, scritto da Andrew Bovell, in rassegna al Teatro Argentina, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, è un dramma familiare, che presenta alcuni tratti di commedia nera.
Nel 2039, Gabriel York riceve una telefonata dal figlio Andrew, abbandonato dal padre all’età di sette anni.
I due decidono di incontrarsi e parlare.
Inizia quindi un lungo flashback frammentato che racconta le vicende della famiglia di Gabriel.
Gli eventi si susseguono in modo, apparentemente, confusionario, le diverse linee temporali si intrecciano, come tutto venisse visto da una mente disorientata che tenta di ripercorrere dei ricordi che non gli appartengono.
Tutto avviene in un’unica scenografia, curata da Carlo Sala, ovvero un tavolo da pranzo.
Le scritte esplicative dei luoghi, curate insieme a tutto il disegno video da Maddalena Parise, sono spesso superflue, dato che la bravura degli attori e il loro alternarsi nelle varie scene fanno capire perfettamente quando e dove avviene l’azione.
Molte tematiche vengono toccate e analizzate nel corso dell’opera e quella che mi ha colpito di più è citata da Henry Law: “Tutto ciò che accade a ogni persona non ha importanza, il tempo andrà avanti e quegli eventi saranno semplicemente dimenticati”.
Ciò mi ha ricordato le parole di Roy Batty nel cult del 1982, Blade Runner: “E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia”.
Ed è proprio il rumore della pioggia, gestito insieme a tutto l’audio da Alessandro Ferroni, a legare come un filo rosso gli eventi delle varie linee temporali, fermandosi solamente alla fine, quando padre e figlio si ritrovano, ponendo un lieto fine alla storia della loro famiglia.
Dopo un primo momento di disorientamento, lo spettacolo risulta intrigante e lascia una malinconia che fa riflettere sull’importanza della famiglia, dell’eredità e della memoria.
La recensione di Francesco Nutile:
When the rain stops falling.
“E comunque c’è gente che annega in Bangladesh…”
Il racconto di una famiglia segnata da vite spezzate e ricordi traumatici.
“When The Rain Stops Falling” delinea una storia familiare, quattro generazioni analizzate attraverso la storia delle loro vite accomunate dal dolore.
Le vicende dei personaggi si svolgono in un arco temporale che va dal 1959 al 2039 e sono presentate attraverso una narrazione enigmatica e composta da piccoli, ma cruciali, frammenti di vita, espediente grazie al quale possiamo ricostruire la loro psicologia nella sua interezza.
Questa narrazione inizialmente disorienta lo spettatore, che solo dopo la conclusione dello spettacolo riesce a contestualizzare i vari avvenimenti in una storia lineare.
Tema centrale dell’opera è il meteo. Il “fil rouge” di tutte le scene è infatti una pioggia torrenziale, che collega gli spaccati di vita dei componenti della famiglia York-Law, e che apre lo spettacolo con il suo inizio e lo chiude con la sua fine.
La dimensione intima della storia è enfatizzata dal sapiente uso delle luci (e soprattutto delle ombre), dalla staticità degli attori.
Le luci sono perlopiù soffuse, ed illuminano i personaggi singolarmente, mettendo in risalto il loro isolamento; la limitatezza nei movimenti degli attori accentua la difficoltà che provano i personaggi.
A questo concorre la scenografia molto minimale, composta da dei tavoli, un attaccapanni e uno sfondo su cui è proiettata una parete di legno, ammuffita.
Lo spettacolo, scritto dal drammaturgo Andrew Bovell, mette in scena temi molto discussi ed attuali come la pedofilia e disturbi mentali.
Consiglio vivamente la visione a chiunque sia interessato ad un’opera che tratti il tema dell’ereditarietà e del dolore, attraverso una storia allo stesso tempo intima ed universale.
“When The Rain Stops Falling”, diretto da Lisa Ferlazzo Natoli, è in scena presso il Teatro Argentina fino al 3 marzo 2019.
La recensione di Dario Marzocca:
Il desiderio di conoscere le proprie origini
La voglia di ritrovare un padre da tempo perduto, un amore che nasce e uno che tramonta, il tutto accompagnato da un prorompente mondo che pare giunto al collasso.
Così lo spettacolo “When the rains stops falling” trasporta, fin dalla prima scena, il pubblico, addentrandosi nei meandri di una famiglia inglese divisa da generazioni.
La particolarità che più colpisce è il l’incalzante accenno a simboli e nomi biblici che, apparentemente non connessi fra loro, trovano spazio in un contrasto morale al giorno d’oggi più che attuale: la pedofilia.
Consiglio vivamente a tutti di andare a vedere lo spettacolo.
La recensione di Gabriele D’Ambrosi:
Cadono pesci dal cielo
Lo spettacolo si apre con un monologo e con un enigmatico scenario. Un pesce cade dal cielo.
La vicenda discute sul rapporto di un padre che, dopo aver ricevuto una chiamata inaspettata dal figlio abbandonato in tenera età, decide di invitarlo a pranzo per riallacciare i rapporti ormai persi.
La storia gira attorno a un susseguirsi di intrecci di momenti passati della famiglia come fossero pezzi di un puzzle che vanno a completare un’unica immagine.
Un viaggio nell’animo umano che attraverso dialoghi nebulosi riporta a temi quali paura, rabbia e solitudine fino a trattare di un argomento particolarmente attuale come la pedofilia.