Artwork, dai musei ai negozi di dischi e viceversa
Sol Lewitt e Philip Glass, Andy Warhol e Velvet Underground, Banksy e Blur? Cos’hanno in comune questi artisti?
La risposta è facile per chi è un appassionato di musica e di arte, ma non tutti sanno che artisti di fama internazionale hanno firmato le copertine di altrettante star della musica.
Quando il contenitore ha un valore artistico pari al contenuto, il binomio è vincente.
La collaborazione tra artisti (di diverse discipline artistiche) fa di alcuni dischi capolavori a tutto tondo.
La committenza diretta o l’uso di opere d’arte antica (soprattutto nell’ambito della musica classica) per la realizzazione dei cosiddetti artwork, è il valore (estetico) aggiunto che alza l’asticella.
Qualche esempio?
La banana sbucciabile di Andy Warhol per l’esordio discografico dei Velvet Underground, il ritratto in bianco e nero per “Horses” di Patti Smith firmato da Robert Mapplethorpe, gli “omini” innamorati di Keith Haring per “Without you” di David Bowie, senza dimenticare Daniele Silvestri, attaccato al muro per “S.c.o.t.c.h.“, che prende spunto da “A Perfect Day” di Maurizio Cattelan o la copertina di “Pearls” di Amii Steward & Ennio Morricone firmata da Mario Schifano.
Ma la lista è praticamente infinita!
Ai Wewei (per Day & Taxy), Damien Hirst (per Red Hot Chili Peppers), Richard Avedon (per Beatles), Jeff Koons (per Lady Gaga), Jean-Michel Basquiat (per Rammellzee and K-Rob), Julian Schnabel (per Red Hot Chili Peppers), Robert Rauschenberg (per Talking Heads), Luigi Ghirri (per CCCP Fedeli alla linea), Salvador Dalì (per Jackie Gleason), Paul-Émile Bécat (per Kasabian) sono solo alcuni dei nomi eccellenti di una meravigliosa collezione d’arte che ognuno di noi, a basso costo, può allestire a casa sua.
Tutto ciò per dire che, con i ragazzi del Papareschi, non abbiamo solo parlato di musei e mostre ma ci siamo anche tolti lo sfizio di fare una caccia al tesoro nel mondo della musica. Gli artwork di cd, 45 e 33 giri firmati da artisti di chiara fama sono entrati di diritto in aula ed è stato lo spunto per presentare la programmazione del Postepay Rock in Roma, festival musicale di livello internazionale, che ci ha messo a disposizione i biglietti dell’edizione 2017.
Grazie a MAXXI A[R]T WORK e Postepay Rock in Roma, gli studenti hanno quindi avuto accesso ad un’intera stagione di concerti.
Ecco cosa ci hanno raccontato…
Brunori Sas
Quelle canzoni da cantare a squarciagola, come se cinquemila voci diventassero una sola. Ieri sera tra i pini e gli aerei di Ciampino all’Ippodromo delle Capannelle al Rock in Roma Brunori Sas ci ha fatto sognare per più di due ore.
Famiglie con bambini, passeggini, birre e tanta spensieratezza. Il concerto rappresenta quella che dovrebbe essere la tipica serata dell’estate romana. Senza paura.
Il simpaticissimo cantautore calabrese Dario Brunori con la sua fantastica band hanno trasmesso un’autentica positività e tanta voglia di “rinascere”.
Marylin Manson
Promessa mantenuta da Marylin Manson, l’Antichrist Superstar del rock pesante, che a Rock in Roma ha tenuto fede al suo nome.
Davanti ad un pubblico variopinto, fatto di tanti sosia di Brian Hugh Warner, quello vero ha interpretato il meglio della sua produzione non dimenticando Sweet dreams dei mitici Eurythmics.
Ieri sera uno show imponente fatto di scenografie e luci degne della tradizione dell’Heavy metal, ha fatto da sfondo ad un set che non lascia nulla al caso. Un trono gigantesco, croci rivoltate, pugnali e trampoli sono l’armamentario che non può mancare ma forse una regia meno puntuale renderebbe tutto più sincero.
J Ax e Fedez
L’8 Luglio 2017, quasi alle 22:00, tra la folla entusiasta ma anche stanca dell’attesa sotto al palco,J-Ax e Fedez entrano subito in scena con “Senza Pagare”.
Il concerto peró diventa divertente all’istante a causa di J-Ax che per entrare cade dal suo hoverboard,ma lui ha preao la sua caduta con ironia dicendo che sarebbe diventato piú virale della proposta di matrimonio di Fedez. Dal punto di vista dello spettacolo tutto era perfetto e ben dettagliato, c’era uno schermo triangolare con tante luci e colori diversi,il volume era alto al punto giusto per intrattenere tutti. J-Ax e Fedez dopo vari brani continuavano a scherzare sulla caduta del primo.
Nonostante questo, J-Ax era pieno di energia e ció ha portato il pubblico a gridare “J-Ax uno di noi!!!”, facendolo commuovere. Fedez successivamente ha chiesto un urlo per la sua generazione, piú piccola di età rispetto a quella di J-Ax.
Come brani finali hanno cantato “Vorrei ma non posto”, hit del 2016, e una versione remake di “Senza pagare”, c’é stato davvero da divertirsi!
Lauryn Hill
Ci sono fan dei Fugees a Roma?
La risposta è scontata e basta nominare la band americana che, durante i mitici anni ’90, ha dato nuova linfa alla musica che il pubblico del Rock in Roma tira un urlo che metà basta. Il set di Lauryn Hill è un sentito omaggio alla sua storia e agli artisti che hanno lasciato traccia nella sua musica.
Concerto iniziato con mostruoso ritardo ma è talmente brava che si è fatta perdonare la lunga attesa anche perché la mise fatta di cappello giallo a fiori, gilet in stile Pop art e pantaloni a scacchi che nascondono vertiginosi tacchi abbaglia il fedele pubblico che canta con lei brani del suo repertorio e la sfilza di cover di Sade, Bob Marley, Gloria Gaynor e Nina Simone che arricchiscono la scaletta.
Lei tiene le briglie di una super band che dirige a puntino così da rendere il concerto un vero e proprio unicum, anche se è palese, che ha occhi (e orecchie) solo per le tre eccellenti coriste con le quali si diverte a costruire un dialogo fatto di controcanti e soli da brivido.
Un concerto unico così come è unica Miss Hill che, con un solo disco alle spalle, può permettersi di essere la regina della Black music.
Kasabian
È stato un festone in chiave pop-dance il concerto romano dei Kasabian, band anglosassone che dal 2004 ad oggi ha pubblicato sei album e due live e un numero cospicuo di azzeccati singoli e che, dal vivo, propone una sfilza di brani che sembra l’oculata scelta di un dj che ben conosce le esigenze della dance floor.
I Kasabian mischiano abilmente le carte della musica con il solo obiettivo di far divertire un pubblico che vuole solo ballare e cantare e Tom Meighan sa bene come aizzare il pubblico, tanto da citare i Daft Punk, padri putativi della dance più sofisticata, e Around the World è l’esplosiva ciliegina sulla torta di un live tanto perfetto quanto “leggero”.
Einstürzende Neubauten
Turbine d’aereo nelle vesti di xilofono, grondaie al posto di marimbe, bidoni invece che tamburi ma ci sono anche chitarre, bassi, tastiere e batterie sul palco dei tedeschi Einstürzende Neubauten ed è il mix di suoni concreti e elettrici a rendere unico il sound della band di Blixa Bargeld.
Mentre tutta Roma stava al concerto degli U2 all’Olimpico, a Capannelle, ci siamo goduti un concerto fantastico. Come fosse una festa privata tra amici di vecchia data, il fedele pubblico ha assistito ad una cerimonia organizzata per celebrare la lunga carriera della migliore band rumorista della storia. L’affascinante voce di Blixa incanta tutti e tra cascate di stoviglie, stridii di lamiere, sfregamenti metallici e il rombo degli aerei che atterrano a Ciampino, i “grandi successi” degli Einsturzende sono serviti su un piatto d’argento.