Top
CUB3S omaggio aperto e incompleto, da Sol LeWitt alla mostra virtuale - MAXXI A[R]T WORK
fade
11729
post-template-default,single,single-post,postid-11729,single-format-standard,eltd-core-1.1.1,flow child-child-ver-1.0.0,flow-ver-1.3.6,,eltd-smooth-page-transitions,ajax,eltd-grid-1300,eltd-blog-installed,page-template-blog-standard,eltd-header-vertical,eltd-sticky-header-on-scroll-up,eltd-default-mobile-header,eltd-sticky-up-mobile-header,eltd-dropdown-default

CUB3S omaggio aperto e incompleto, da Sol LeWitt alla mostra virtuale

Il PCTO ideato dal professore Roberto Ianigro ha visto la collaborazione di tanti partner e il coinvolgimento di vari media e linguaggi. Tutto parte da un’opera dell’artista statunitense Sol LeWitt per poi prendere forma nel mondo reale così come nel virtuale.

 

Il 13 marzo 2024 si è inaugurata CUB3S, omaggio3 aperto e incompleto, una mostra allestita in forma fisica presso l’IIS Via Roma 298 di Guidonia (RM) e in forma virtuale all’interno del sito web Artsteps, inserita da MaddMaths tra gli eventi italiani che hanno celebrato l’IDM314, la Giornata Internazionale della Matematica.

 

La presentazione della mostra, nell’aula magna dell’l’IIS Via Roma 298 di Guidonia

I tre progetti esposti sono stati realizzati dagli studenti dell’istituto nell’ambito del progetto st.Art |_over (ref. Roberto Ianigro) e portati a nuovi esiti nei laboratori propedeutici alla mostra e alla candidatura al Premio Archimede 2023, laboratori ai quali hanno preso parte, oltre agli alunni, docenti di matematica, arte, discipline pittoriche e musica. L’inaugurazione ha previsto interventi dei rappresentanti delle aziende e degli enti coinvolti, ma anche di storici dell’arte e matematici (Francesco Leone, Alessandro Gambini e Roberto Natalini).

 

Trait d’union tra le proposte è la strutturazione logico-matematica dei procedimenti che sottendono gli esiti coniugata alla natura neutra della forma cubica che costituisce l’incipit dei tre processi.

Differenti invece le modalità operative messe in campo: si parte dall’essenza del cubo, cioè dalla sua struttura e da alcuni telai da essa sottesi (incomplete open cube reloaded), si passa alla sua forma plastica evidenziata da operazioni additive e sottrattive (and or not), per poi concludere con una esplicitazione fenomenica determinata da azioni proiettive (shaping sunlight and shadow).

 

La parola chiave dell’iniziativa è la trasversalità esplicitata tanto nei contenuti quanto nelle collaborazioni.

Meridiana rotta per Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello. Guidonia, marzo 2024

 

Si inizia dall’arte con la rilettura di Incomplete open cubes (1974) di Sol LeWitt – operazione che ha richiesto un approfondimento riguardante il calcolo combinatorio – rilettura poi ibridata con la musica attraverso una performance visivo-sonora. And or not ha portato a prendere in esame alcuni aspetti specifici della geometria (le sezioni del cubo) anche attraverso l’utilizzo di software e manufatti per considerare poi le operazioni booleane e le dinamiche dei giochi da tavolo.

 

Incomplete open cubes di Sol LeWitt

Le proposte relative a shaping sunlight and shadow hanno previsto sconfinamenti nell’astronomia e l’archeoastronomia, nella geometria proiettiva e la trigonometria, nella storia italiana del Novecento e quella di Guidonia, portando alla realizzazione della quinta meridiana rotta unitamente a una piccola riqualificazione urbana e un quadrante polare di medie dimensioni. Le attività sono state svolte in collaborazione con aziende del territorio (Buzzi Unicem, Roma Stone, Estraba), istituzioni (60° Stormo dell’aeronautica Militare, Comune di Guidonia Montecelio), e agenzie di formazione in forma strutturata (Lazio Innova) e con lo staff del PCTO del MAXXI.

 

Il PCTO Startupper tra i banchi di scuola (ref. Valentina Diana) presso Lazio Innova ha consentito a 5 gruppi di studenti, partendo dall’idea di meridiana rotta, di approfondire tematiche relative all’imprenditorialità, alle tecnologie ecosostenibili, alla prototipazione (Fab Lab degli Spazi Attivi), nonché di sviluppare competenze trasversali (storytelling). Un sesto gruppo ha avuto la possibilità di testare positivamente il prototipo del board game AND OR NOT nello stand della Regione Lazio al Romics 2024.

AND OR NOT al Romics, 6 aprile 2024

 

Il PCTO Come nasce una mostra (ref. Federico Borzelli e Susanna Correrealla) proposto da MAXXI A[R]T WORK in collaborazione con Forma Camera – Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, in una full immersion di una settimana ha permesso agli studenti di una quinta scientifico di alternare laboratori pratici a momenti formativi, di esplorare liberamente le mostre in esposizioni e, suddivisi in 5 gruppi (direzione artistica, ufficio curatori, ufficio allestimento, ufficio comunicazione, ufficio marketing), di sperimentare le fasi della progettazione di una mostra scegliendo in autonomia l’oggetto d’indagine: la gentrificazione. Le competenze acquisite sono poi state spese nell’organizzazione e nella realizzazione di CUB3S.

 

Nell’allestimento fisico, realizzato nello spazio espositivo PerArtEM, due pareti contrapposte esplicitano il passaggio dalla scoperta all’invenzione: lungo la prima tre pannelli in legno pensati come lavagne raccontano i processi logico matematici che strutturano le tre proposte attraverso disegni, grafici e testi esclusivamente bianchi su fondo nero, mentre la parete opposta ospita i risultati dei tre progetti e dei laboratori (disegni, foto, immagini e un’installazione). Sono inoltre esposti diversi manufatti realizzati in collaborazione con gli sponsor dell’iniziativa. Conclude il percorso un murale esterno.

 

CUB3S: Omaggio³ Aperto e incompleto su Arsteps

L’allestimento della mostra in questo nuovo mondo virtuale non è da considerarsi sostitutivo a quello già presente, ma è da intendersi semplicemente come mera estensione di esso in grado di offrire una più completa manifestazione dell’oggetto; ciò nasce dall’esigenza pratica di dover esporre dei volumetrici che per ragioni spaziali ed economiche non potevano esser collocati nella mostra fisica e che però, nonostante alcune limitazioni imposte al mondo virtuale dal portale scelto, hanno trovato propria sede in questa nuova e suggestiva dimensione avvolta da un’atmosfera di sospensione e talvolta quasi d’astrazione.

 

L’allestimento virtuale, privo di soluzione di continuità, è stato assemblato in uno spazio di circa 1000 m² senza tener conto dei limiti del mondo fisico, quali la gravità e l’economia, posizionando dei volumetrici prodotti in occasione di progetti didattici nel portale Artsteps il quale permette allo spettatore di immergersi ulteriormente nella mostra anche tramite l’ausilio di un visore cardboard.

 

Articolo a cura di Roberto Ianigro e Roberto Croce

Museo MAXXI
Federico Borzelli

Marketing territoriale e Formazione per il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.