Fuori dagli schemi – Tra passato e presente
DAVIDE E GOLIA
“La scultura da un’ anima al marmo”
– F. R. de Chateaubriand
In uno dei musei più importanti d’Italia, la Galleria Borghese, troviamo il David uno dei pezzi più significativi della produzione statuaria dell’artista Gian Lorenzo Bernini.
Iniziata nel 1623 su committenza del cardinale Alessandro Peretti e terminata nel 1624, fu successivamente acquistata dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese.
David, il giovane pastore israelita, viene rappresentato nel momento dell’azione poco precedente all’uccisione con una fionda del filisteo Golia. Sono le sue capacità intellettuali e non solo fisiche che gli permetteranno di riuscire nell’impresa eroica. Ai piedi del personaggio vi è una corazza donatagli dal re Saul e una lira, simbolo di vittoria, che non a caso egli suonerà al termine dello scontro per celebrare il suo trionfo.
Nonostante la sua origine legata alla rappresentazione della virtù religiosa, si può individuare nell’opera del Bernini un’ulteriore interpretazione connessa all’ingegno e alla determinazione, visibile nell’intensa espressione del viso, nella contrazione dei muscoli e nella forte torsione del corpo di chiara influenza michelangiolesca (Schiavi di Michelangelo) e non solo (il Polifemo di Annibale Carracci e probabilmente il Discobolo di Mirone).
Troviamo che il David sia una delle sculture più spettacolari del Bernini grazie alla contrapposizione tra:
- la naturalezza e fluidità dei movimenti
- la forza creata dal soggetto rappresentato
- la potenza delle emozioni provate da esso
le quali fanno si che si crei nell’osservatore un coinvolgimento emotivo che lascia, come è accaduto nel nostro caso, il desiderio di saperne di più.
Possiamo inoltre affermare che ad attribuire alla statua un’aria di solennità è anche il modo in cui è stata posizionata al centro della sala.
Nonostante ciò abbiamo riscontrato una nota dolente riguardante l’impianto d’illuminazione. A causa di quest’ultimo, posto negli angoli alti della stanza, è più difficile individuare l’esatto rapporto tra ombre e luci, risolvibile con l’utilizzo di luci più soffuse e non dirette.
Triumphs and Laments
“L’arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo”
-Banksy
Triumphs and Laments è un fregio lungo 550 metri realizzato dall’artista sudafricano William Kentridge (1955) e inaugurato il 21 aprile 2016. Le sagome, realizzate sugli alti muraglioni in travertino del Tevere che percorrono il tratto di fiume tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, ritraggono scene provenienti da epoche differenti con numerosi riferimenti storici, cinematografici e culturali.
William Kentridge , conosciuto soprattutto per i suoi film d’animazione realizzati con la tecnica del disegno a carboncino, ha anche prodotto grandi opere teatrali conosciute in tutto il mondo e realizzato opere pubbliche come sculture e mosaici.
Le scene raffigurate in Triumphs and Laments sono state realizzate sfruttando la tecnica degli stencil posti direttamente sulle mura di Piazza Tevere. Tramite un processo di “idropulitura”, viene fatta emergere la patina di smog accumulatasi nel corso degli anni. Questa tecnica,sebbene innovativa e di grande effetto, non garantisce vita eterna all’opera, che probabilmente scomparirà nel corso di una decina d’anni.
Esponiamo qui quattro delle figure scelte tra quelle proposte dall’artista.
Vengo da te e torno a te (Pier Paolo Pasolini)
Vengo da te e torno a te è un ritratto raffigurante il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini , morto il 2 novembre 1975sulle rive di Ostia. Pasolini, poeta, critico letterario, politico, scrittore, giornalista, direttore teatrale e film maker, ha vissuto una vita piena di controversie, dalla sua omosessualità aperta fino alle sue critiche verso la Chiesa. Nonostante l’incarcerazione di Giuseppe Pelosi, il presunto colpevole, la sua morte è ancora oggi soggetto di numerose critiche e incertezze.
Accademico di nulla accademia, detto “il Fastidito” (Giordano Bruno)
Il Fastidito raffigura il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, arso vivo a Roma il 17 febbraio del 1600 perché aveva rifiutato di rinunciare alle proprie teorie, considerate eretiche dalla Santa Inquisizione. Oggi viene ricordato con una statua nel centro della piazza di Campo De’ Fiori, che attira l’attenzione di molti turisti.
Quae sedet super aquas multas (Colei che sedeva sopra molte acque)
Il Quae sedet super aquas multas è una creatura polimorfa, dalla testa d’asino e corpo di donna, portata a riva da una grande inondazione del Tevere del 1495 e adottata dai riformisti luterani come simbolo dell’ Anticristo papale, per denunciare la corruzione della Chiesa Cattolica. Il mostro è raffigurato mentre versa del caffè da una Moka Bialetti ad una vedova vecchia e triste, simbolo di Roma.
Ne in eius ignem ligna struas (Arnaldo da Brescia)
Arnaldo da Brescia prete lombardo, fu una delle figure politico-religiose più importanti del Medioevo. Conosciuto come agitatore delle masse e vivo sostenitore della povertà evangelica.
Arnaldo arrivò a Roma nel 1145 e, trovando la città in ribellione contro l’autorità papale, si unì alla causa contro la corruzione del clero e il potere temporale della Chiesa.
Fuori dagli schemi- Tra passato e presente
Il David, che rappresenta il trionfo della forza intellettuale e del coraggio rispetto alla forza fisica, è una figura decisamente fuori dagli schemi, così come lo sono numerose figure del fregio di William Kentridge.
In primis Giordano Bruno(1548-1600), filosofo e monaco italiano condannato al rogo a causa dei suoi contrasti con la Chiesa di Roma: il suo pensiero non scomparve con la sua morte, tanto da essere considerato come fonte di ispirazione per la rivoluzione scientifica.
Proprio perché considerato simbolo di libertà contro la Chiesa possiamo affermare che egli fu una figura fuori dagli schemi.
Dopodiché la nostra attenzione è caduta su Arnaldo da Brescia (1090-1155), religioso impegnato a contrastare il secolarismo della Chiesa, contribuendo inoltre all’abolizione dei riti religiosi a Roma.
Altro personaggio carismatico è Pier Paolo Pasolini (1922-1974), altamente controverso, sostenitore del Marxismo e accusato per la sua omosessualità. Egli si batté contro il potere della chiesa, il quale era a discapito del popolo poiché l’uso del dialetto rappresentava in qualche modo un tentativo di privare la chiesa dall’egemonia culturale sulle masse.
Nelle due figure della Meretrice di Babilonia c’è un altro collegamento considerato da noi fondamentale: un essere mostruoso dalla testa d’asino, dalle zampe di capra e dal corpo femminile, che ricorda la simbolica Chimera di Arezzo. Il mostro tiene nelle proprie mani una Moka simboleggiante il rapporto tra il papato (mostro) e l’anziana (Roma). Sono proprio le sue caratteristiche non umane a renderlo fuori dagli schemi.
Roxanne Alcalde, Tosca Cannella, Federica Flamment, Erika Minotti, Arianna Montella, Carlotta Rossi, Leonardo Seretti, Consuelo Velazquez.