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L'immobilismo è azione - MAXXI A[R]T WORK
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L’immobilismo è azione

Maria Angella, Flavia Cesarini, Sofia Malatesta, Elena Moriconi, Sara Minighini e Maria Pavolini, del  Liceo classico Luciano Manara di Roma, hanno ideato “Standing still. Standing, still”, progetto di mostra ideale che mette insieme le performance di artiste di chiara fama, scelte secondo una tesi curatoriale che fa il punto sulla figura femminile nella società occidentale.

 

L’edizione di MAXXI A[R]T WORK dedicata alle performance e alle installazioni artistiche ha dato le basi necessarie agli studenti che poi hanno vestito i panni dei curatori.

Oltre ai tutor del MAXXI è stato fondamentale l’apporto di Greta Maichner (studentessa del corso di Didattica del museo della professoressa Irene Baldriga de La Sapienza), che ha coordinato il lavoro delle studentesse, impegnate sulla definizione del concept di “Standing still. Standing, still”, mostra evento che nel sottotitolo dice: “L’immobilità nella Performance Art: denuncia all’oggettificazione della figura femminile”.

 

Il tema curatoriale del progetto recita che nel corso della storia, la donna è stata costretta, oppressa, da duri ruoli di genere. Al giorno d’oggi, le donne della Performance Art si riaffermano attraverso le loro opere come persone e artiste. Creano e diventano loro stesse arte, e utilizzano il loro corpo per provocare, esprimersi, denunciare: l’immobilità non le rende oggetti.

 

Regina Josè Galindo: “Piedra”

La selezione operata da Maria, Flavia, Sofia, Elena, Sara e Maria vede il coinvolgimento di nomi noti della scena internazionale, tutte artiste che nelle loro azioni hanno appunto scelto l’immobilismo come caratteristica peculiare delle performance.

 

In ordine sparso sono Marina Abramovic con “Rhythm 0”, Yoko Ono con “Cut Piece”, Regina Josè Galindo con “Piedra” e “No perdemos nada con nacer”,  Vanessa Beecroft con “VB45” e “VB74” e Csilla Klenyanszki con “The reminiscence of being a woman”.

 

Il programma di “Standing still. Standing, still” vede un totale di sette performance, di conseguenza la durata dell’evento è pari a una settimana e, per arricchire ulteriormente la proposta, le neo curatrici propongono il coinvolgimento di personalità che possano portare testimonianza di specifici ambiti. Figure iconiche e di spicco.

 

I nomi selezionati sono le artiste Shirin Neshat, Martha Rosler e Carolee Schneemann, la scrittrice Michela Murgia, Tarana Burke la fondatrice del Movimento Metoo e Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI.

 

 

Per la location dell’ipotetica messa in scena delle varie performance la  scelta è caduta su Piazza del Popolo a Roma.

Tarana Burke di Metoo

 

 

Qui di seguito la riflessioni delle studentesse sull’esperienza di MAXXI A[R]T WORK.

 

Il progetto di PCTO del Museo MAXXI si è rivelata una piacevole sorpresa.

Dopo la prima sezione dedicata alla formazione (curatela di una mostra, allestimento, marketing  e promozione), il programma ha previsto che fossimo noi studenti a ideare una mostra immaginaria, tenendo conto delle installazioni e delle performance, principalmente di artisti del XX e XXI secolo, mostrateci dal team di MAXXI A[R]T WORK.

 

Alcune di noi, rispetto ad altre, conoscevano davvero poco questo argomento e così tutte insieme abbiamo scoperto tante opere e artisti che prima ci erano sconosciuti.

 

PCTO on line

Il nostro lavoro è stato coordinato e seguito dai tutor del PCTO del museo cosi come da alcune studentesse universitarie (che hanno svolto il ruolo di mentoring).

Sin da subito lo staff del PCTO si è impegnato a creare un clima rilassato e favorevole al dialogo, facendoci sentire a nostro agio.

 

Abbiamo notato una grande attenzione per la nostra opinione, siamo state coinvolte, invitate a confrontarci e a prendere la parola durante le cinque giornate in diretta.

Dopo la formazione ci è stato chiesto di individuare un tema per un progetto di mostra, per poi fare ricerche approfondite sugli artisti e sulle opere. Fatto questo abbiamo presentato la selezione e motivato le scelte fatte.

Il percorso si è rivelato molto più interessante di quanto pensassimo all’inizio!

 

Il nostro gruppo ha lavorato insieme perché tutte noi siamo rimaste colpite dalle opere di Vanessa Beecroft e di Marina Abramovic, due famose performance artist.

Marina Abramovich: “Rhythm 0”

Lavorando insieme, abbiamo capito di avere più potenzialità di quanto pensassimo.

 

Non avevamo idea di come funzionasse e si organizzasse una mostra, eppure abbiamo lavorato concretamente riuscendo a rispettare i tempi indicati.  Il nostro progetto finale ci è piaciuto molto e abbiamo acquisito varie competenze utili proprio quelle che fanno parte della professione del curatore di un museo.

Partendo dalla Performance Art, abbiamo deciso di incentrare la nostra mostra sul tema dell’immobilità prendendo in esame solo artiste donne.

Durante la fase di confronto abbiamo notato come l’immobilità fosse un elemento ricorrente nelle performance delle artiste, e abbiamo concordato il tema della mostra con facilità: l’oggettificazione della figura femminile, il corpo femminile nell’arte, la denuncia delle artiste moderne alle discriminazioni di genere (argomenti che, ovviamente, ci stavano a cuore!).

 

Il nostro lavoro di ricerca è stato molto interessante e ci ha permesso di entrare in contatto e apprezzare nuove artiste (Yoko Ono, Gina Pane e Regina Josè Galindo).

Ci siamo sentite personalmente ed emotivamente coinvolte nel lavoro, come succede quando un progetto ci appassiona.

 

Queste sono le nostre opinioni:

Non solo il team Maxxi è riuscito a creare un ambiente di lavoro così piacevole, ma ci hanno anche aiutato e incoraggiato a perseguire i nostri obiettivi.

 

Vanessa Beecroft: “VB 74” al MAXXI

Con le studentesse della Sapienza abbiamo lavorato bene e hanno risposto alle nostre domande sul loro percorso di studi post diploma. Questo è stato un vero regalo, prezioso per noi studenti degli ultimi anni di liceo.

 

 

Flavia Cesarini, per esempio, che è un’aspirante studentessa di Storia dell’Arte, si è sentita supportata e ha potuto finalmente condividere la sua passione con chi ha lo stesso interesse. Ha significato molto per lei, perché non aveva mai avuto la possibilità di farlo.

Scoprire la Performance Art e molti artisti che nemmeno conosceva è stato incredibile, e non vede l’ora di poter visitare il MAXXI!

 

 

Durante questa settimana, Sara Malatesta ha imparato che il lavoro di squadra è fondamentale e che l’arte non riguarda solamente quadri di pittori vissuti 100 anni fa e che non è solamente quella che ci insegnano a scuola. E’ qualcosa di vivo, che ti provoca una moltitudine di emozioni diverse.

Il vero obiettivo dell’artista è comunicare un messaggio e una sensazione che poi lo spettatore porterà con sé per tutta la vita.

 

Yoko Ono: “Cut Piece”

 

Per Sophia Malatesta è stata un’esperienza totalmente nuova. che però l’ha interessata e coinvolta da subito, soprattutto quando ci siamo divisi in gruppi di lavoro per creare la nostra mostra immaginaria. Si è s trovata, sin dall’inizio, bene con noi e naturalmente anche con la nostra tutor. Ha trovato il lavoro assegnatoci molto divertente e interessante e pensa (come tutte) che il tema di cui abbiamo trattato abbia anche facilitato il lavoro e la comunicazione tra di noi.

 

Csilla Klenyanszki: “The reminiscence of being a woman”

 

 

 

Elena Moriconi ha scelto questo PCTO all’inizio dell’anno scolastico perché è sempre stata appassionata di arte e, sin da piccola, ama andare al MAXXI.

 

Durante questa settimana ha imparato a lavorare in gruppo ed esprimere le sue idee (nonostante la cosa le provochi solitamente molta ansia, soprattutto con persone che non conosce); inoltre ha avuto la possibilità di integrare al progetto la sua passione per il disegno, dato che si è dedicata alla parte grafica dell’allestimento della nostra mostra/evento immaginaria.

 

Insomma, è stata un’esperienza positiva e originale per tutte noi!

Grazie mille a tutto il team del MAXXI, e ovviamente (specialmente) alla nostra tutor Greta!

Museo MAXXI
Federico Borzelli

Marketing territoriale e Formazione per il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.