Tre piani sopra il cielo
“World record” di Paola Pivi è un progetto site specific, immersivo e coinvolgente, tra opere storiche e lavori più recenti.
Dal gigantismo agli interventi minimi i lavori dell’artista, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999, si appropriano degli spazi trasformandoli in contesti e momenti artistici caratterizzati da precisi caratteri materiali e formali, ma anche ludici, ironici e sorprendenti.
Claudio Gardini, studente del Liceo linguistico Eugenio Montale, ha scritto una recensione dedicata all’istallazione più coinvolgente e immersiva della mostra, allestita al terzo piano del MAXXI.
Tre piani sopra il cielo
Col tempo si cresce, ma non si perde mai la possibilità di continuare a sognare oppure, semplicemente, di tornare piccoli.
Perché in fondo quando si dorme si sogna.
Ma quanto sono grandi i sogni?
In questo caso più di un centinaio di materassi.
Paola Pivi, artista italiana nata nel 1971, ha realizzato il sogno di grandi e piccini, con una innovativa istallazione.
“World record” è il nome dell’opera site specific che da il nome a tutta la mostra.
Tantissimi sono i materassi disposti ad “L”, per adeguarsi alla struttura della Galleria 5 del MAXXI, la più alta del museo, che lasciano agli spettatori la possibilità di toccare con mano l’avvolgente abbraccio della loro soffice stoffa. Letteralmente.
Perché sopra alle teste di chi si sdraia sull’opera, uno strato speculare di altrettanti materassi avvolge come delle soffici coperte gli stessi visitatori.
Questo costringe a non potersi alzare, imponendo loro il rimanere a letto a giocare, distendersi e pensare.
Sono soffici come nuvole, quelle stesse nuvole che possono vedersi dalla enorme vetrata davanti all’istallazione.
Una vetrata oscurata che crea la giusta atmosfera per un pisolino tra le nuvole di Roma.
Si tende ad abbandonare il linguaggio verbale, abbandonandosi sua volta al linguaggio del corpo, divenendo metodo di aggregazione e condivisione, proprio come Paola Pivi ha deciso di correlare più forme d’arte, lasciando posto solo all’immaginazione, ricordandoci che nella nostra vita, a volte, bisogna ricordarsi di sognare.