Turi Ferro – L’ultimo Prospero – Scheda
Turi Ferro – L’ultimo Prospero
di Daniele Gonciaruk, Italia 2019, 84’
Documentario edito
Turi Ferro, un gigante della prosa e del grande e piccolo schermo, da molti considerato un precursore, soprattutto nell’ambito della drammaturgia siciliana di cui ha reinventato stili e personaggi, viene rievocato da materiali inediti e preziosi: tra il camerino e il proscenio, il lavoro delle prove e i rimbrotti al suggeritore.
In un susseguirsi di ricordi, nel racconto spesso palpitante di collaboratori, familiari, questo documentario, presentato alla Festa del Cinema nel 2019, ripercorre la vita, l’arte e i segreti di uno dei più grandi interpreti, delle più magistrali intelligenze, che il teatro e il cinema italiano abbiano mai avuto.
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LE RECENSIONI
di Giorgio Compagnoni e Daniel Restrivera (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
Il regista e attore Daniele Gonciaruk approda alla festa del Cinema di Roma dell’ottobre 2019 con un docufilm “Turi Ferro, L’ultimo Prospero” dedicato alla vita e all’impegno artistico del grande attore catanese, scomparso nel 2001.
Ferro era uno degli attori più produttivi del teatro italiano e da molti considerato un precursore, soprattutto nell’ambito della drammaturgia siciliana di cui ha reinventato stili e personaggi.
Nel suo documentario, il regista Daniele Gonciaruk, racconta di averlo conosciuto e di averci lavoro insieme.
”Era il 1997, e fu allora che ebbi la fortuna di incontrare e lavorare con quello che ritengo essere uno dei più grandi attori del novecento”.
Attraverso un percorso nella memoria, in una serie di ricordi, questo documentario ripercorre e descrive la vita, l’arte e i segreti di uno dei più grandi interpreti che il teatro e il cinema italiano abbiano mai avuto in un totale di ottantaquattro minuti.
di Matilde Mignone, Chiara Manzo e Daniele Liberto (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
“Turi Ferro- L’ultimo prospero” è un documentario del 2019 diretto da Daniele Gonciaruk, tributo a uno dei grandi artisti italiani del 900, con il quale il regista ha personalmente collaborato nello spettacolo “La Tempesta” di William Shakespeare nel 1997.
Gonciaruk ritrae il maestro siciliano dalle tante sfaccettature tramite l’utilizzo di testimonianze di altri grandi artisti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo (come Paolo Taviani, Lina Wertmuller, Gabriele Lavia) e spezzoni dei suoi spettacoli originali restaurati.
Un uomo solare, sensibile, scherzoso ma al tempo stesso severo quando entra nei suoi panni di attore.
Non c’era errore che potesse sfuggirgli.
Possedeva un’abilità molto rara, era al tempo stesso un perfetto comico e tragico, poteva impersonificare qualsiasi tipo di personaggio.
Divenne famoso in tutto il mondo, quello che era un semplice ragazzo poco abbiente fece grande il teatro di Catania.
Poteva permettersi di prendere lunghe pause durante un discorso, gli spettatori restavano incantati, le sue battute sembravano reali, naturali.
Documentario interessante, Turi è un personaggio affascinante che merita di essere ricordato nel tempo.
di Giulia Butuc (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
Salvatore Ferro, detto Turi , è stato un attore italiano di teatro e cinema.
Da bambino segue le orme del padre, attore dilettante, e dopo essersi esibito in vari teatrini salesiani interpretando autori come Giovanni Verga e molti altri scrittori siciliani, debutta nella compagnia teatrale “Brigata D’Arte Di Catania”.
Nel cinema ha recitato in oltre trenta film, tra cui Tu ridi e Malizia.
Avrebbe dovuto interpretare Geppetto nel film Pinocchio del 2002 di Roberto Benigni, che dopo la sua scomparsa l’ha ricordato con queste parole: «Candido, tragico, umile e alto. Era il Geppetto dei miei sogni. Continuerò a sognarlo. Era un attore di stratosferica bellezza. Il suo volto poteva abitare con la medesima forza paesaggi reali e luoghi fiabeschi. C’eravamo incontrati per cominciare insieme, appunto, un viaggio nella più bella favola del mondo.»
Continuerà a recitare praticamente fino alla morte in grandi opere teatrali, sempre raccontando in diversi modi la sua amata Sicilia.
di Ilaria Paris, Sara D’Agostino, Melisa Piku, Valdeta Haliti, Giulia Sofia (Istituto Amedeo D’Aosta, L’Aquila)
Il regista, Daniele Gonciaruk, noto interprete di opere di Verga, Pirandello e di altri grandi drammaturghi italiani, ha realizzato un documentario che si può considerare un viaggio per dare voce e memoria alle qualità artistiche di Turi Ferro.
Turi Ferro è uno dei più grandi interpreti del teatro italiano del Novecento, che il regista ha avuto modo di riprendere durante le prove dello spettacolo “La Tempesta” di William Shakespeare nel foyer del teatro stabile di Catania.
Dalle testimonianze e dai ricordi di Giulio Brogi, Paolo Taviani, Fioretta Mari, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Fulvio D’Angelo, Leo Gullotta, Francesca Ferro (sua figlia) e Mariangela Melato emerge il ritratto di un artista.
Testimonianza molto emozionante è senza dubbio quella della figlia di Turi la quale ha parlato di lui ricordando com’era il suo atteggiamento, i suoi pregi e i suoi difetti, penso sia stato molto difficile parlare del padre senza scoppiare in lacrime, per cui è stata molto forte.
La colonna sonora, mentre guardavo il film, mi faceva entrare all interno come se fossi lì a vedere quelle scene e a conoscere Turi ferro attraverso gli attori.
Una cosa che mi ha colpito molto di Turi Ferro è il fatto che gli piacesse truccarsi, anche da anziano, per girare molti film.
Capiamo che è un attore magnifico dal fatto che lui era un attore sia tragico che un attore comico , sono rarissimi gli attori che hanno le due facce e lui è uno di quelli.
di Pauls Martins Evertovskis, Megan Sabrina Vasquez Ardian e Chiara Zoccali (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
Il documentario “Turi Ferro – L’ultimo prospero” racconta la vita del grande attore e interprete Turi Ferro, vi sono scene molto significative dal punto di vista storico e anche emotivo quando i suoi famigliari e collaboratori lo ricordano.
Viene espresso molto bene il linguaggio del cinema e del teatro attraverso i vari ricordi di chi ha conosciuto Turi, un linguaggio che nel giro di anni si è evoluto ed è diventato ciò che noi tutti al giorno d’oggi conosciamo. Secondo me fascino del teatro viene espresso in modo egregie da Turri Ferro perché le scene che si vedono nel documentario sono una testimonianza della sua passata esistenza e della passione che lui metteva nella recitazione, addirittura era bravissimo a truccarsi e quindi rendere i personaggi ancora più vivi.
Il concetto del trucco ormai è molto diffuso nell’ambiente teatrale e diventa quasi un concetto banale, però magari al suo tempo era molto più significativo.