Un racconto della verità – Lezione 2
Il documentario racconta qualcosa che non è stato inventato da nessuno: qualcosa che è accaduto nel mondo, qualcosa che ha a che fare con la verità.
A volte si tratta di qualcosa di molto personale.
Proprio perchè si tratta di qualcosa di molto vicino chi racconta può farlo meglio di chiunque altro.
Come Beniamino Barrese, figlio di Benedetta Barzini che negli anni ’60 divenne una delle modelle più moderne e singolari, il cui corpo sinuoso apparve sulle riviste sexy e dirompente come un’opera d’arte moderna. Il film, La scomparsa di mia madre (il trailer ufficiale) racconta la vita quotidiana con lei oggi anziana: ma non meno combattiva, anticonformista e irriducibile.
Una mamma da cercare nei volti di altre donne giovani?
Per questo nel documentario ci sono scene di provini di modelle, come se chi guarda vorrebbe averla conosciuta prima ancora che egli nascesse.
In realtà, se fosse un libro, il film di Barrese sarebbe una sorta di diario, un taccuino quotidiano. In cui l’autore, con un misto di devozione, timore, humour, annota ogni battuta, ogni reazione, ogni cambio di stato d’animo di una madre inimitabile.
Come è ogni madre agli occhi di chi gli deve la vita.
Ma ci sono documentari di questo tipo che nascono da un sentimento ancor più impegnativo, come quello di Nataniel Kahn, figlio di uno dei padri dell’architettura contemporanea, il quale non ha mai avuto l’opportunità di conoscerlo (la sua nascita avvenne al di fuori della famiglia ufficiale dell’uomo), e il film che gira, My Architect (il trailer ufficiale) per ricostruirne la personalità possiede in egual misura ammirazione, scoperta, risentimento e rammarico
Una verità ancor più struggente.
E ancora più intensa.
Link del contributo video
>> urly.it/3cpy7
Iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MiBACT e MIUR