Bernini e l’amore non corrisposto
Il tema del ciclo di MAXXI A[R]T WORK, nel nostro caso, prevedeva l’analisi delle diverse modalità di allestimento nei musei che arricchiscono il territorio italiano e dopo il MAXXI, la Galleria Borghese è stato l’altro esempio preso in esame.
Tante le differenze, tanti gli spunti sui quali riflettere.
Il 15 gennaio 2018, abbiamo visitato la Galleria Borghese e, grazie alle spiegazione della guida, abbiamo scoperto i tanti segreti della collezione e ovviamente delle opere di Gian Lorenzo Bernini.
Dopo la dovuta premessa ci hanno colpito due opere di Bernini, che raccontano scene di un amore non ricambiato, ma allo stesso tempo travolgente tanto quanto quello espresso dalle foto di “Life is beautiful” di Fortuna.
Ci è venuta spontanea la domanda, ma se l’amore non fosse corrisposto?
Gian Lorenzo Bernini è considerato il massimo protagonista del movimento Barocco a Roma.
Una delle sue opere più note è il “Ratto di Proserpina”, eseguita tra il 1621 e il 1622.
L’opera, in candido marmo di Carrara, fu realizzata su commissione del cardinale-protettore Scipione Caffarelli-Borghese.
I protagonisti di quest’opera sono Proserpina e Plutone.
La prima, lotta inutilmente per sottrarsi alla furia erotica del secondo, spingendo con forza la sua mano sinistra sul volto del dio, il quale, invece, la trattiene con forza, affondando letteralmente le possenti dita nella coscia e nel fianco della donna.
La seconda opera che ha colpito la nostra immaginazione è “Apollo e Dafne”, realizzata tra il 1622 e il 1625.
I protagonisti di quest’opera sono Apollo e Dafne.
Il dio è colto nell’istante in cui sta terminando la sua corsa, infatti è appena riuscito a raggiungere Dafne, sfiorandola leggermente, forse con l’intento di abbracciarla.
Dafne, per sottrarsi all’indesiderato abbraccio, lotta per la sua verginità: la ninfa prosegue la sua fuga.
La parte inferiore del busto di Dafne non risponde più alla sua volontà.
La metamorfosi è appena iniziata: la corteccia sta progressivamente avvolgendo il suo leggiadro corpo, che si trasforma lentamente in corteccia.
Consideriamo Bernini un artista di clamoroso successo che dominò lo scenario europeo per più di un secolo dopo la sua morte e influenzò particolarmente gli artisti contemporanei.
Nelle sue opere riesce ad unire due personaggi avvolgendoli in una scena d’amore turbolenta e dolce allo stesso tempo.
Caratteristica importante è l’essenzialità con cui Bernini riesce ad unire tanti elementi diversi e in contrasto tra loro.
Da non sottovalutare la dinamicità che intercorre tra i due protagonisti, questa permette all’osservatore di vedere la scena in movimento davanti i propri occhi.
Recensione a cura di: Giorgia Fiori, Miriam Koleilat, Giulia Maggi, Martina Pastena e Elena Possidoni.