Entierro – Scheda
Entierro
di Maura Morales Bergmann, Italia, Cile 2019, 70’
Documentario edito
Il rigore inedito della ricerca dell’arte astratta è ciò che attirò l’attenzione di Lucio Fontana verso le opere di Carmengloria Morales, una pittrice arrivata in Italia dal Cile negli anni ’50 e diventata residente nel nostro paese: la sua arte, che evolve dalla monocromia, alla Rotchko, verso vibrazioni della materia e graffi di luce, è il misterioso centro di gravitazione di una indagine non solo raffinata composizione di inquadrature, paesaggi, scorci di spazi e cose che danno al documentario uno spessore visivo non ordinario.
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LE RECENSIONI
di Aramis Sebrechts (Liceo Statale F. Vivona, Roma)
Sotto ad un lirismo appesantito da violini e inquadrature bucoliche, non avrei mai pensato di trovare una così preziosa testimonianza di un’epoca, di una stagione artistica, oramai sfiorita.
Forse il più interessante quadro dipinto da Carmengloria, la Roma della Dolce Vita riesce a rendere nostalgico perfino chi non l’ha mai vissuta.
Pensando a Lucio Fontana, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini, alle loro passeggiate sotto al sole, oggi, nonostante la quarantena, Piazza del Popolo mi sembra più viva.
Questo, a mio parere, è un documentario più sulla vita di una artista e della sua famiglia che su quella della Morales. La narrazione si avvolge attorno alla famiglia, passa attraverso epoche, continenti e persone ; è una scelta coraggiosa, che a tratti rende difficile la perfetta comprensione, ma permette di raccontare, di ampliare la vita di Morales ben oltre i confini della semplice biografia.
di Flavio Massimo Tiburzi (Liceo Statale F. Vivona, Roma)
Trasportati da musica, disegni, paesaggi idilliaci siamo introdotti nel mondo di Carmengloria Morales, pittrice cilena dai fini del ‘900.
Grazie a interviste e testimonianze di e sulla pittrice, compiamo un viaggio tra i luoghi, i ricordi e le opere dell’artista, entrando a contatto con ogni suo aspetto.
Dalle discussioni con i grandi della cultura italiana ( Pasolini, Montale, ecc.), al viaggio a New York fino all’incendio che distrusse i suoi lavori.
Il documentario è una continua e profonda compenetrazione tra Arte, Musica e Natura; questi temi ci vengono proposti spesso in dittici, arte e musica poi arte e natura, rispettando lo stile delle opere di Carmen.
L’intero girato prende vita e rapisce grazie alle parole della donna e alla sua visione dell’arte, che ci fanno entrare sempre più in quel mondo creato dai suoi quadri e dalle immagini del film documentario.
Di grande levatura il lavoro del montaggio , che collega e rende fluida e organica la conciliazione di immagini, anche diverse e a prima vista discordanti, catalizzando l’attenzione dello spettatore, soddisfacendo anche le aspettative del pubblico più esigente.
Degne di nota la trasformazione del primo dittico della Morales in un paesaggio natura e il “gioco di fuochi” al minuto 23, in cui si passa da un primo piano ad un campo lungo di diversi paesaggi.
di Pauls Martins Evertovskis, Megan Sabrina Vasquez Ardian e Chiara Zoccali (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
In “Entierro”, Maura Morales Bergmann, nipote della pittrice Carmengloria Morales, ci mostra un microcosmo pregno tanto di arte quanto di suggestione legata al suo vissuto.
Da giovane migrante cilena ad artista quasi per caso, vediamo la vita di questa donna attraverso gli occhi della nipote e in dei dialoghi intimi e spensierati.
Di questo documentario ho apprezzato appunto la “colloquialità”, sembra di essere lì con loro a chiacchierare ma soprattutto, essendo anch’io una studentessa ed appassionata d’arte, ho apprezzato vedere come da un piccolo slancio possa nascere una passione così grande.
In secondo luogo, mi sono piaciuti moltissimo gli accostamenti fra immagini e colori delle opere con i paesaggi del Cile. Si percepisce in maniera molto forte il legame con questa terra, meravigliosa e complessa non solo dal punto di vista paesaggistico. In conclusione, trovo che la visione sia fruibile per un pubblico molto ampio, che può apprezzarne sia i contenuti molto personali sia la fotografia, desueta e particolare.
di Elisa D’Innocenzo, Giulia Butuc, Giorgio Compagnoni e Alessio Cosma (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
Nelle mani di Carmengloria Morales la pittura astratta, rinfrescata dalla sua inattaccabile fiducia in essa, diventa estremamente se stessa.
La scelta del dittico, l’ha condotta a un’esperienza unica che la rende inconfondibile sul piano internazionale.
Molte delle sue opere hanno colpito la mia attenzione e credo che potrei amare l’arte astratta, odiarla o non capirla esattamente, ma sono curiosa di questa forma d’arte complessa.
Per quanto ho capito, grazie al documentario “Entierro” di Maura Morales Bergmann, per Carmengloria Morales non è importante la qualità formale del dipinto, ma l’atto creativo.
Un quadro astratto è simile ad una poesia scritta in una lingua che solo l’autore conosce. Quindi le opere di Morales non possono essere comprese da nessuno, ma in qualche modo attraggono gli occhi degli altri che però pensano di non possedere la capacità per capire il contenuto dei quadri.
di Beatrice Grossi, Matilde Ingrosso e Giulia Gambuzza (Liceo Statale A. Caravillani, Roma)
“Entierro” è un docufilm biografico che racconta allo spettatore la vita, le esperienze, e la visione artistica di Carmengloria Morales.
Originariamente si sarebbe dovuto trattare di un dialogo tra la pittrice ed il musicista Jorge Arriagada, che sarebbe successivamente servito a fare in modo di trasporre uno dei suoi quadri in musica. Vengono, effettivamente, mostrati dialoghi e scambi di battute tra i due, mentre lavorano a questo progetto, eppure si tende molto di più a mostrare come Carmengloria vedesse il mondo e l’arte.
Viene descritto il suo modus operandi quando si trattava di dipingere, ed ho particolarmente apprezzato la contrapposizione tra la sua visione e quella del musicista riguardante l’arte.
Mentre alla Morales non piacciono mai i suoi lavori una volta finiti, Arriagada produce le sue opere per il proprio piacere personale.
Avrei preferito più confronti di questo genere, in modo da avere più informazioni sul conto del musicista, poiché si è parlato per lo più della visione e delle esperienze della pittrice, nonostante nel progetto fosse incluso anche lui.
La scena finale, in cui viene descritta dalla nipote la giornata dell’incendio, è un ottima conclusione per questo documentario, profonda ed emozionante.
di Ilaria Paris, Sara D’Agostino, Melisa Piku, Valdeta Haliti e Giulia Sofia (Isituto Amedeo D’Aosta, L’Aquila)
“Entierro” è il documentario di esordio di Maura Morales Bergmann con il quale la regista presenta la vicenda artistica e umana della zia Carmengloria Morales, un’artista cilena degli anni Cinquanta.
Dal film emerge l’entusiasmante storia di una donna forte e tenace, che ha sempre cercato di realizzare pienamente se stessa, seguendo le proprie inclinazioni e passioni, e che ha combattuto e vinto contro molte avversità che la vita le ha riservato.
Il racconto è reso ancora più avvincente e completo dalle meravigliose immagini paesaggistiche dell’Italia e del Cile che divennero fonte di ispirazione per le sue tele astratte.
Lo stile, caratterizzato dall’uso di diversi flash utilizzato dalla regista, descrive perfettamente la rinascita dalle ceneri, accompagnando lo spettatore in un viaggio, tra l’oscurità del nero e la forza espressiva dei colori che sembrano travolgere chi guarda, lasciandolo in balia di emozioni contrastanti.
La colonna sonora sembra accompagnare il processo creativo dell’artista, facilitando la comprensione del messaggio dei quadri.
Il documentario regala diverse emozioni e soprattutto l’incredibile storia di una donna la cui anima si svela agli occhi di chi guarda tela dopo tela, fotogramma dopo fotogramma, parola dopo parola.