Diffusione della cultura: ecco chi ha deciso di distinguersi
MAXXI e Scomodo, un museo e un giornale: due metodi di diffusione culturale tanto efficienti e travolgenti quanto opposti tra loro.
Entrambi, sebbene agiscano attraverso modalità totalmente differenti, vengono considerate come una novità.
Ma cosa le rende così innovative? Sarà la loro capacità di andare fuori dagli schemi a far sì che siano sulla bocca di tutti?
A tal proposito, i nostri dubbi e le nostre curiosità sono stati sanati proprio dal Segretario generale del MAXXI, Pietro Barrera e dal co-fondatore nonché direttore di Scomodo, Tommaso Salaroli.
Come descriveresti Scomodo/il MAXXI in 3 parole?
P.B. – Il MAXXI è:
- Bellezza (il nostro Museo offre un ambiente bello che contiene cose belle)
- Laboratorio (non solo si osserva ma si fa cultura)
- Ponte (il nostro progetto culturale apre nuove porte scovando artisti in giro per il mondo)
T. S. – Scomodo è:
- Sogni
- Alternative
- Cambiamento (speriamo)
In che modo portate a termine la vostra “missione”?
P.B.- Per missione dobbiamo differenziare quella che è la mission del MAXXI e quella di Pietro Barrera.
Il MAXXI, in quanto Museo delle Arti del XXI Secolo di Roma, deve costruire il presente come testimonianza del futuro, chiedendosi cosa vorranno vedere coloro che visiteranno Roma tra qualche anno.
In un mondo che tende a chiudersi e a guardarsi in cagnesco tra Continente e Continente, tra Paese e Paese, noi come MAXXI, abbiamo il compito di creare il dialogo laddove esso è assente. Per quanto riguarda la mia mission, in quanto segretario generale della fondazione MAXXI, mi definisco come l’artigiano dell’amministrazione che aiuta, da dietro le quinte, a produrre un buon risultato.
T.S.- In una città in cui mancano alternative culturali e d’aggregazione? Immaginando e costruendo sempre di più.
Cercando di convincere ogni singola persona che coinvolgiamo che, a modo suo, potrebbe (e dovrebbe) fare lo stesso, nella speranza di vivere un giorno in una società che dia lo spazio che si merita alla cultura, riconoscendola come fonte primaria di benessere, uguaglianza e libertà.
Come incide lo Stato al compimento di questa missione nel caso del MAXXI e perché invece Scomodo non si appoggia ad alcun tipo di istituzione?
P.B.- Lo Stato c’entra enormemente al compimento della missione del Museo in quanto ha costituito e promosso la costruzione della fondazione MAXXI.
Tra le due fondazioni fu stabilito un patto: lo Stato ogni anno fornisce circa il 60% del fabbisogno economico dell’edificio; per il resto il MAXXI deve sapersi arrangiare e gestire le proprie risorse da sé al fine di garantire il successo del Museo.
T.S.- Fino ad ora abbiamo scelto di non appoggiarci ad alcun tipo di istituzione per evitare di essere etichettati e per garantire la nostra indipendenza nello scegliere e nel trattare tutti gli argomenti che si leggono sul giornale. Lo scopo era proprio quello di dimostrare che, in realtà , progetti ed esperienze molto validi e positivi possono davvero sostenersi anche senza accedere a dinamiche economiche e politiche che fin troppo spesso li hanno snaturati e resi noiosi.
Ci potrebbe essere e in cosa potrebbe consistere, secondo voi, una collaborazione tra Scomodo e il MAXXI?
P.B. – Ci potrebbe essere una collaborazione per 2 motivi:
– territoriale, nonostante Museo internazionale e nazionale, ha bisogno di vivere la realtà culturale di Roma. Sarebbe stravagante che noi ci coinvolgessimo nelle vicende nella comunità dei giovani artisti di Beirut e non di quelle di Roma. Vedo nel rapporto con Scomodo una capacità per tenere salde le radici nella città .
– in quanto, in confronto al resto dei musei, l’età media del MAXXI è relativamente (sottolineo relativamente) giovane.
C’è un fossato forte tra istituzioni della cultura e mondo giovanile, e se il problema se lo pongono solo le istituzioni della cultura si ha un ragionamento un po’ paternalistico. Quindi, o si adotta un sistema della cultura segmentato, oppure bisogna che ci siano delle interazioni scomode dalle quali il MAXXI potrebbe capire come possa avere uno scambio paritario con mondi culturali giovanili.
T.S.- Sì, una collabs tra noi e la realtà del MAXXI potrebbe configurarsi, come per il progetto di bike-lane, in uno scambio reciproco di servizi. Al centro di una rete di sharing di servizi culturali vedere Scomodo fare alcune attività , anche negli spazi del MAXXI (da eventi a mostre, conferenze e dibattiti), ed il MAXXI organizzare cose coinvolgendo Scomodo (direi nei nostri spazi, ma non ne abbiamo! Oltre la città intera ovviamente…) penso farebbe bene non solo alle nostre realtà ma anche a Roma stessa.
Nonostante l’intervista sia stata breve ciò che ne è stato tratto è stato sufficiente al fine di avere un quadro generale su quelle che sono le realtà di due enti che, malgrado la lontananza generazionale, hanno lo stesso scopo: la diffusione della cultura.
Intervista a cura di: Elisa Dobici, Chiara Mammola, Federica Romano, Roberta Scognamiglio e Alessia Tarallo.