E’ aperta la caccia al tesoro
I confini del PCTO del MAXXI si allargano sempre di più e nell’edizione on line di MAXXI A[R]T WORK si è scelto di sperimentare nuove formule che coinvolgono ancora di più i partecipanti.
Da tempo i musei più all’avanguardia ma soprattutto i promoter turistici più illuminati, si stanno confrontando con le potenzialità offerte dal settore del gamification – dai videogiochi ambientati in location non si fantasia al cosiddetto gaming tourism – che promuove località più o meno note rendendole familiari grazie ad una narrazione particolarmente coinvolgente e interattiva.
Gli esempi sono tanti.
Dal noto “Father and son” del Museo archeologico nazionale di Napoli (con milioni di giocatori sparsi in tutto il mondo) al rinascimentale “Assassin’s Creed II” ambientato a Roma, Firenze, Venezia, San Gimignano e nella misconosciuta Monteriggioni, diventata, all’improvviso, meta turistica di migliaia di giocatori in vacanza. Sia chiaro che oltre all’Italia sono tante e in tutto il mondo le località che hanno guadagnato dal ritorno d’immagine promossa dai videogiochi.
E’ del tutto simile a quanto già fa il cinema – basti pensare a “Vacanze romane” così come ai vari 007 girati praticamente in location divenute ancora più gettonate o scoperte dal grande pubblico, lo stesso discorso è valido per il “Trono di Spade”, “Il Signore degli Anelli” e “Star Wars: l’attacco dei cloni” ambientato anche sul Lago di Como.
E poi ci sono le serie tv: da “Sex and the city” di casa a New York a “Skam Italia” e “Suburra” girati a Roma e dintorni, da “Il commissario Montalbano” a Scicli alla Londra di “Sherlock” ). Prima di tutto ciò, ovviamente, c’è la letteratura e il “Viaggio in Italia” di Goethe è un esempio imprescindibile.
Ma torniamo ai musei che da marzo 2020 devono fare i conti con chiusure prolungate, la totale assenza di turisti stranieri e pochi visitatori nostrani.
Durante il lockdown e poi dopo, le tante iniziative on line hanno aperto nuovi scenari e non sono mancati esempi importanti e significativi.
Il MAXXI con decine di milioni di contatti virtuali che da tutto il mondo hanno seguito un palinsesto ricco e variegato fatto di incontri, dibattiti, presentazioni e soprattutto contenuti pensati espressamente per il web così come i Musei Vaticani hanno reso possibile una spettacolare visita a distanza avvalendosi di tecnologie ad altissima risoluzione e, per portare altro esempio importante, gli Uffizi che oltre al sito hanno spinto l’acceleratore sui profili social.
A tutto questo, come si diceva prima, si possono aggiungere progetti che fanno ricorso a piattaforme che rendono ancora più interattivo e coinvolgente il ruolo dello “spettatore” che diventa protagonista al pari del patrimonio artistico in oggetto.
Da parte nostra, sempre impegnati a rendere accattivante l’esperienza dell’Alternanza scuola lavoro, abbiamo stretto una partnership con Cosa vedere a Roma, progetto di Francesco Nardi di Logica Informatica, che punta a rivedere in chiave virtuale la cara vecchia caccia al tesoro.
Si può fare! esclamava Gene Wilder in “Frankenstein Junior” ed infatti è proprio così.
Con i ragazzi del Liceo artistico Caravillani e del Liceo classico Virgilio abbiamo preso in esame il cosiddetto quadrante Flaminio per il quale sono stati realizzato due itinerari paralleli che spesso e volentieri si intersecano (il primo dedicato al patrimonio artistico mentre il secondo si è focalizzato sui film girati nella zona).
Tra il dire e il fare ci sono di mezzo tante competenze e soft skill indispensabili per la buona riuscita dell’operazione.
Dalle strategie di marketing all’editing, dalla progettazione alla ricerca dei contenuti per poi verificare l’efficacia delle domande e quindi, stanchi ma felici, concludere con la pubblicazione della caccia al tesoro.
Tutto questo ha preteso un grande empatia tra i diversi componenti dei gruppi di lavoro e un approccio sereno di fronte alle varie criticità emerse durante i tanti processi produttivi e le scadenze che, come non mai, ci hanno messo alla prova.
Nonostante tutto questo il risultato è, a detta degli studenti e noi siamo d’accordo con loro, sorprendente perché così facendo si ha la possibilità di studiare e comprendere in modo diverso l’arte, l’architettura, il cinema, la fotografia, la storia della città con il risultato che chi partecipa alla caccia al tesoro scopre segreti e curiosità del quartiere, divertendosi pur rimando (per ora) a distanza.
E’ un corto circuito che mette in relazione tra loro le prossime edizioni di MAXXI A[R]T WORK e suggerisce possibili interconnessioni con quanto faremo all’Aquila nei prossimi mesi.