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Il MULAQ: una scuola, un museo, un’identità - MAXXI A[R]T WORK
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Il MULAQ: una scuola, un museo, un’identità

Il MULAQ: una scuola, un museo, un’identità  è il titolo dell’evento che si è tenuto il 18 maggio 2024 al Liceo Artistico Muzi dell’Aquila.

La docente Maria Lucia Carani nonché ideatrice e curatrice del catalogo e dell’evento racconta la storia della collezione e gli obiettivi della mostra-convegno che fa parte di un PCTO dedicato ai musei del territorio, pensato per scoprire e valorizzare l’arte contemporanea aquilana .

 

Con questo titolo, il Liceo Artistico “Fulvio Muzi” dell’Aquila ha presentato alla città la sua collezione MULAQ con la partecipazione di Università, Direzione Regionale Musei Abruzzo, Uffici Scolastici, associazioni di tutela del patrimonio culturale.

 

La mostra-convegno si è svolta nella ricorrenza della Notte Europea dei Musei 2024 (18 maggio), appuntamento promosso dal MIC per dare impulso alla conoscenza dell’eredità e dell’identità culturale europea, e in connessione con l’International Museum Day di ICOM, proprio quest’anno dedicato ai “Musei per l’istruzione e la ricerca”, per sottolineare la loro importanza come istituzioni educative dinamiche che promuovono l’apprendimento, la scoperta e la comprensione culturale, dunque la funzione che essi ricoprono nel processo di formazione della persona.[1]

 

Tale collegamento ha portato alla presa di coscienza di realtà spesso presenti nelle scuole d’arte che conservano al loro interno eterogenei patrimoni, raccolti nel tempo anche in funzione didattica. Essi offrono un interessante quadro delle vicende artistiche della zona d’ appartenenza e producono cultura non solo per gli allievi, ma anche per la comunità nella quale sono inseriti, esaltando il nesso tra patrimonio e cittadinanza.[2]

 

Presentazione del volume sul Liceo artistico e Catalogo della collezione MULAQ

In particolare, si è voluto far conoscere il corpus di opere del Liceo Artistico aquilano, riconosciuto nel 1998 Centro di Documentazione Regionale, che, seppur poco noto, acquisisce grande valore culturale illustrando legami, influssi e suggestioni e costituendo nodo essenziale per la comprensione dei fenomeni artistici dell’area geografica a partire dal secondo dopoguerra.

 

Gli autori sono maestri che hanno richiamato l’attenzione degli storici dell’arte, da Ferdinando Bologna a Enrico Crispolti, o che, viventi, svolgono ancor oggi la loro esperienza operativa inserendosi in maniera del tutto originale e creativa nel panorama regionale, ma anche nazionale e internazionale; si tratta di pittori e scultori legati all’istituto scolastico, o per via della loro formazione o per avervi impartito i loro insegnamenti.

 

La manifestazione, che ha visto la scuola farsi animatore culturale del territorio, si inserisce nell’ambito di un pluriennale percorso didattico di PCTO, attivato in risposta alla proposta offerta a livello nazionale dal Settore Educazione di Italia Nostra su I musei del territorio: una risorsa da scoprire e valorizzare.

 

Il progetto sollecita la riflessione sul ruolo ricoperto dai musei disseminati nel territorio come luoghi identitari, utili alla comprensione delle risorse della comunità locale, e si svolge nella consapevolezza che un museo arricchisce il luogo di appartenenza, è elemento di stimolo, allarga gli orizzonti, crea nuove consapevolezze, rafforza l’identità; intende pertanto educare al patrimonio culturale l’intera comunità[3].

 

Fulvio Muzi, ‘Moti di piazza’, olio su tela,1972

Nel nostro caso, inoltre, il complesso artistico rappresenta l’unica testimonianza materiale cui è affidata la memoria dell’istituto scolastico, di fatto cancellata dal sisma del 2009 che ha provocato la distruzione dei prestigiosi e attrezzati laboratori, della biblioteca storica, dei documenti d’archivio, degli apparati, manufatti, registri.

La conseguente mancanza dei consueti punti di riferimento ha fatto vacillare l’identità della scuola, allentare i legami con le radici, interrompere la continuità della narrazione storica, tanto da far smarrire il riconoscimento della sua singolare fisionomia di fucina di intelligenze creative e critiche nei confronti della comunità. Occorreva per questo restituire la percezione di quel suo ruolo propulsivo di una moderna cultura figurativa e artistica, capace di cogliere gli stimoli della contemporaneità, da sempre rivestito nel capoluogo.

 

Con queste finalità studentesse e studenti hanno intrapreso un viaggio di conoscenza del patrimonio museale in generale, della sua evoluzione nel tempo e dell’interazione che ha con la società, delle principali tipologie e funzioni. Gli aspetti generali della curatela, nell’equilibrio tra conservazione e fruizione, sono stati studiati e sperimentati nello specifico anche attraverso la produzione di elaborati digitali, quali cataloghi e didascalie con codici QR, video, storytelling, flipbook.

 

L’approfondita ricerca delle fonti storiche e documentarie, lo studio degli autori e delle opere, la paziente raccolta di testimonianze hanno svelato con sorpresa il clima intellettuale fervido e creativo venutosi a costituire a L’Aquila all’indomani della Liberazione, che aveva portato, tra le numerose iniziative, anche alla fondazione di una Scuola Comunale d’Arte, attuale Liceo Artistico, delineandosi ancor oggi come vero e proprio modello di crescita culturale per la città.

 

Sandro Arduini, “Adamo ed Eva”, olio su tela foglia oro tela di sacco, 1982

Per non disperdere le conoscenze e i materiali acquisiti è sembrato necessario raccoglierli e fissarli nel volume Il Liceo Artistico “Bafile-Muzi” e la sua Collezione. Uno spaccato di storia del territorio, cofinanziato dalla Sezione aquilana “Carlo Tobia” di Italia Nostra e patrocinato da amministrazioni ed enti locali.

Presentato insieme alla collezione durante la cerimonia e distribuito al pubblico, il testo ricuce i pezzi della storia dell’istituzione scolastica.

Delle sue vicende, fin dalla nascita nel ruolo di tramandare l’artigianato colto e i saperi del fare artistico presenti sul territorio, si era scritto a più riprese, in circostanze significative o per la celebrazione di decennali, tuttavia mancava una narrazione completa che tenesse conto e ripercorresse anche le ultime tappe, ricongiungendo lo spirito di ieri e gli eventi memorabili alla realtà attuale, quella che si respira oggi tra le aule.

 

Eppure il volume non si pone come una semplice esposizione o un resoconto di fatti: vuole assumere un sapore diverso, un taglio emozionale di autentica umanità, attraverso le voci raccolte in appendice dei testimoni, che, vibranti di vita, si fanno capaci di trasmettere entusiasmo, passione e, in una parola, l’anima della scuola, rappresentando un vero e proprio patrimonio immateriale composto da vissuti.

 

I narrati offrono uno sguardo approfondito sulla missione e le sfide affrontate dall’istituto scolastico nel corso dei suoi quasi settant’anni di vita e vanno a comporre la parte introduttiva del catalogo vero e proprio della collezione che qui finalmente, per la prima volta, si porta a conoscenza, con un’operazione da tempo necessaria e resasi impellente per garantirne la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione.

 

Pasquale De Carolis, Scultura in gesso, seconda metà XX secolo

La raccolta altrimenti avrebbe rischiato di essere ignorata e dimenticata, dato anche il numero dei pezzi attualmente ridotto, rispetto a una quindicina di anni fa, a causa delle note e sfortunate vicende.

 

[1] La funzione educativa del museo è ormai ampiamente riconosciuta, dopo essere stata messa in risalto da John Dewey (cfr. DEWEY J., Educazione e arte / John Dewey, a cura di Luciana Bellatalla, Firenze 1977) e di Herbert Read (READ H., Educare con l’arte, Milano 1954 – trad. italiana di Giulio Carlo Argan).

 

[2] Evocato ad esempio da Tomaso Montanari nel suo Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà, Roma 2014.

 

[3] L’intero progetto, che ha ricevuto una menzione di merito ed è stato premiato dalla Sezione di Italia Nostra presso la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre dell’Aquila, è stato divulgato sul sito del MIC e presentato ai Seminari Nazionale di formazione per docenti: “Patrimonio, paesaggio, ambiente” (Roma, 19-20 maggio 2023) e Il paesaggio e la sfida del cambiamento. Educare alla bellezza (Pescara, 12 e 13 aprile 2024). Per esso vedi: https://www.italianostraeducazione.org/alternanza-scuola-lavoro/;  https://www.italianostra.org/sezioni-e-consigli-regionali/abruzzo/laquila/premio-nazionale-di-italia-nostra-agli-allievi-del-liceo-bafile-muzi-presso-la-fondazione-de-marchis/; https://www.italianostra.org/nazionale/corso-nazionale-di-formazione-patrimonio-paesaggio-ambiente-roma-19-20-maggio-2023/; https://dgeric.cultura.gov.it/seminario-nazionale-patrimonio-paesaggio-ambiente-dellassociazione-italia-nostra/;

 

https://italianostraeducazione.org/2023/05/12/corso-nazionale-di-formazione-patrimonio-paesaggio-ambiente-roma-19-20-maggio-2023/; https://italianostraeducazione.org/2024/04/04/il-paesaggio-e-la-sfida-del-cambiamento-educare-alla-bellezza-pescara-12-e-13-aprile-2024.

 

Museo MAXXI
Federico Borzelli

Marketing territoriale e Formazione per il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.