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MAXXI L'Aquila, un museo per il futuro della città - MAXXI A[R]T WORK
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MAXXI L’Aquila, un museo per il futuro della città

Cosima Rattazzi, studentessa della facoltà di Economia (Economics and Management for Arts, Culture and Communication) dell’Università Bocconi di Milano, si è laureata nel 2020 con una tesi dedicata al MAXXI L’Aquila, destinando particolare attenzione al PCTO che dal 2019 sta lavorando con gli studenti dei principali istituti del capoluogo abruzzese.

 

Cosima Rattazzi ha scritto un sunto della sua tesi nel quale illustra i risultati della sua ricerca.

 

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Durante il tirocinio al MAXXI, nel 2019, ho capito che il progetto MAXXI A[R]T WORK sarebbe stato il tema ideale per concludere il mio percorso di laurea triennale in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi.

Mi sono subito rivolta a Paola Nicolin, docente di Arte Contemporanea, alla quale ho proposto l’idea di analizzare il potenziale dell’arte come forma di “ricovero” e l’impatto che avrebbero avuto le iniziative del MAXXI per l’Aquila da un punto di vista economico, sociale e culturale.

 

Cosima Rattazzi intervista uno studente del Liceo A. Bafile

MAXXI A[R]T WORK, il Programma per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (già Alternanza scuola-lavoro) del MAXXI, ha l’obiettivo di introdurre giovani studenti alle professioni del settore dei Beni Culturali, organizzando incontri con figure professionali che spiegano i loro ruoli specifici, le mansioni e il percorso formativo necessario per lavorare nell’ambito dei musei.

 

 

MAXXI A[R]T WORK permette inoltre agli studenti di essere protagonisti attivi in un contesto culturale producendo contenuti multimediali come articoli, interviste, recensioni, audio, video e foto che vengono pubblicati sul blog dedicato al progetto.

 

Federico Borzelli e Giulia Masini, responsabili del PCTO, mi hanno immediatamente trasmesso la loro passione per questa iniziativa portandomi con loro all’Aquila per conoscere la realtà di questa modalità didattica innovativa.

Ho avuto occasione di trascorrere due giorni a stretto contatto con gli studenti del Liceo scientifico Andrea Bafile e del Liceo artistico Fulvio Muzi che mi hanno dato la possibilità di raccontare il progetto attraverso le voci della generazione che costituirà il futuro della città.

 

Il progetto centrale dell’edizione alla quale ho partecipato è stato un reportage fotografico ispirato al polittico di Paolo Pellegrin, “L’Aquila”.

Paolo Pellegrin, L’Aquila

Anche in questa occasione, MAXXI A[R]T WORK è stato realizzato con il sostegno della Camera di Commercio dell’Aquila e in collaborazione con il Comune della città.

 

 

Per organizzare questo progetto all’Aquila, il programma che abitualmente si svolge al MAXXI di Roma è stato rivisitato e ripensato in base alle esigenze delle scuole superiori del territorio aquilano.

Dopo una serie di workshop, gli studenti hanno progettato e realizzato un reportage fotografico per raccontare l’Aquila dai loro punti di vista soggettivi.

L’obiettivo è stato che gli studenti ritraessero L’Aquila senza restrizioni e senza direttive stilistiche.

 

Al termine del progetto ho notato il legame, più unico che raro, che si è creato non solo tra gli studenti del Liceo Bafile e il mondo dell’arte e della cultura ma anche con il MAXXI stesso.

In risposta alle domande sull’effetto che MAXXI L’Aquila potrà avere sulla città, gli studenti si sono concentrati sulle prospettive sociali, economiche ed educative.

 

Foto di M. Pizzoferrato

 

Da un punto di vista sociale, il Palazzo Ardinghelli, sede del museo, è una fonte di resilienza, rinascita, speranza e un punto di partenza da cui L’Aquila può ristabilirsi.

 

Secondo gli studenti, con l’apertura del museo, L’Aquila avrà un ulteriore dinamismo e potrà offrire alla comunità un’opportunità per conoscere l’arte contemporanea.

Palazzo Ardinghelli creerà un nuovo luogo di aggregazione sociale, un luogo di incontro dove le persone potranno vedere e discutere le opere esposte ma anche entrare in stretto contatto con la realtà dell’arte contemporanea.

 

 

 

Una studentessa, in particolare, ha osservato che il MAXXI dell’Aquila può diventare anche un punto di incontro tra giovani e adulti.

Ha spiegato che ultimamente adulti e adolescenti frequentano aree separate della città.

L’arte, tuttavia, può diventare uno strumento per unire le diverse generazioni.

Un altro studente ha descritto metaforicamente il museo come una finestra sul mondo che porta alla città qualcosa di completamente nuovo, permettendo all’Aquila stessa di allargare le sue prospettive.

La visita a Palazzo Ardinghelli

 

 

Affrontando il punto di vista economico, vari studenti hanno introdotto l’idea del museo come una calamita per il turismo.

I dati parlano chiaro ed è palese che dopo il terremoto, il numero annuale dei turisti è crollato e che l’apertura di questo edificio potrebbe riportare quell’affluenza che la città vedeva prima del 2009.

 

Uno studente in particolare ha fatto notare che siccome il MAXXI è molto importante a Roma ma anche a livello internazionale, aprire un museo con lo stesso nome all’Aquila darebbe un ulteriore elemento di unicità alla città.

 

 

Per quanto riguarda l’aspetto educativo di questo progetto e quindi il MAXXI A[R]T WORK in particolare, gli studenti hanno dimostrato una notevole maturità nelle loro risposte alle attività proposte.

 

Hanno sottolineato il fatto che hanno usato le loro fotografie come mezzo per comunicare che L’Aquila non è rimasta ferma per tutti questi anni e che, anche se c’è ancora molto da ricostruire, vogliono trasmettere un’immagine armoniosa della loro città. Il profilo Instagram “L’Aquila (s)velata” presenta tutto il reportage e il backstage del progetto.

 

Il reportage all’interno di Palazzo Ardinghelli

Inoltre, è stato coinvolgente e affascinante perché ha permesso agli studenti di esplorare ogni angolo della città, cosa che non avevano mai fatto prima.

 

“Abbiamo esplorato una città che va oltre le conseguenze del terremoto. L’Aquila che abbiamo scoperto è fatta dei suoi lavoratori, delle persone che faticano a dimenticare ma si ostinano ad andare avanti. Le strutture che sono rimaste in piedi, nonostante il terremoto, sono testimonianza di una città che vede protagonisti noi giovani che siamo cresciuti in mezzo alle conseguenze del terremoto ma che ancora lottiamo per un futuro luminoso futuro”.

 

Il progetto è stato un’iniziativa costruttiva sia dal punto di vista teorico che pratico, hanno imparato a conoscere il museo, hanno svolto i progetti assegnati e così facendo sono entrati in stretto contatto con il mondo dell’arte e hanno capito cosa può trasmettere alle nuove generazioni.

 

Grazie a MAXXI A[R]T WORK, gli studenti hanno scoperto di poter valorizzare la loro città e scoprire la sua bellezza al di là delle crepe nei suoi muri.

Alcuni hanno espresso la sensazione di aver scoperto un lato di sé stessi e un interesse per questo campo che non avevano mai sperimentato prima.

 

Altri hanno descritto il progetto come qualcosa che ha unito significativamente la loro classe stessa, qualcosa che a loro è molto caro da quando il terremoto ha riallocato molti di loro in diverse città vicine.

Foto di C. Lattanzio

 

 

Grazie a MAXXI A[R]T WORK, gli studenti sono riusciti a riscoprire la loro città con una nuova chiave di lettura, ad approfondire il loro rapporto con il museo ed a vedere un antico edificio tornare in vita come fonte di rinascita per la loro città.

 

 

Cosima Rattazzi

 

 

Museo MAXXI
Federico Borzelli

Marketing territoriale e Formazione per il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.